Enrico Della Torre nasce a Pizzighettone (Cremona) nel 1931. Conseguita la maturità artistica nel 1951, frequenta l'Accademia di Brera, dove è allievo di Achille Funi, e, per breve tempo, la scuola di pittura di Roberto Melli a Roma. Nel 1956 esordisce con una personale alla Galleria dell'Ariete di Milano. Nello stesso anno una seconda mostra è allestita alla Galleria del Teatro di Parma, introdotta da uno scritto di Roberto Tassi, primo di una lunga serie di importanti contributi dedicati dal critico all'artista. Inizialmente Della Torre guarda all'«ultimo naturalismo» teorizzato da Arcangeli, avvertendo però presto l'esigenza di alleggerire lo spessore materico, strutturare con più rigore lo spazio pittorico e, parallelamente, in ambito grafico, semplificare il tessuto segnico. Avvia l'intenso lavoro di rilettura in chiave lirico-fantastica del mondo della natura - referente imprescindibile di ogni atto di conoscenza - che, dalla metà degli anni Sessanta, si rivolge in particolare allo studio dell'infinitamente piccolo, al «mondo del sotterraneo, degli zoofiti, delle chimere, dei personaggi dimenticati». Una galleria di figure, animali, paesaggi o architetture dell'immaginario racconta (con accenti ora inquieti, ora surreali, in altri casi con un'intonazione più malinconica) un universo metaforico che suggestivamente partecipa sia del mondo fenomenico sia della sfera, altrettanto reale, dell'interiorità. Il linguaggio espressivo tende a una progressiva astrazione delle forme e all'essenzializzazione della gamma cromatica - sempre più lontana dal referente naturale -, per giungere a quella controllata sintesi che Tassi ha definito «lirica razionalità». Varie le tecniche usate: dalla pittura a olio alle rarefatte atmosfere dell'acquarello, dal collage, che estremizza il processo di semplificazione e stilizzazione dell'immagine, all'incisione e al disegno, che accompagnano innumerevoli raccolte di poesie (di Sereni, Novalis, Pascoli, Rebora, Marin, Landolfi, Ballo, Sanesi, Volponi, Heaney, John Donne, Dante Isella, solo per citarne alcuni).
Numerose le personali, tra cui quelle alle gallerie del Milione ('63, 70, 74, 79, '85), Morone 6 ('67, '81), delle Ore ('68, '80, '87), Bergamini ('83), Lorenzelli Arte ('90, '96, '07), Spaziotemporaneo ('98, '07) di Milano, Bambaia di Busto Arsizio ('81, '85, '92, '97, '07), Franco Masoero di Torino ('94, '01), Solaria Arte di Piacenza ('03).
Espone in personali all'estero dal '64 (a Giessen); nel 72 è alla Wiener Secession a Vienna; alla Frankfurther Westend Galerie di Francoforte nel 73, 79, '84, '94, '97, '02; nell'87, organizzata dalla «Neue Pinakothek di Monaco», una sua antologica è esposta anche al «Kunstverein di Ludwigshafen», ottobre 1987, e al «Fritz-Winter-Haus» di Ahlen/Westfalen, dicembre 1987. Sue mostre sono allestite in spazi pubblici quali il Castello Sforzesco di Milano (poi ai Musei Civici di Varese, alla Casa del Mantegna a Mantova, a Santa Maria della Pietà di Cremona, 76), il Museo Civico di Lodi ('84), la Galleria Civica d'Arte Moderna di Palazzo Massari a Ferrara ('86), il PAC di Milano (antologica, '89), il Museo Epper di Ascona ('95), Palazzo Sertoli di Sondrio ('96), il Centro Studi Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado ('97), Palazzo Magnani di Reggio Emilia (antologica, 2000), il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona (Fondo Della Torre, 2001), il Museo Civico di Alessandria (2006).
Vive e lavora a Milano dal 1961.